Un Sorrentino così non si vedeva dai tempi delle "Conseguenze dell'amore". Dialoghi toccanti e pungenti solcano le apparenze vaticane: The New Pope

Visione cinematografica - new pope
Trailer

La serie di Sorrentino è una cascata imponente in cui convoglia una religiosità unica, talmente densa di significato che surclassa la stessa dottrina cattolica. Filosofia esistenziale e fede si fondono creando una realtà semplicemente vera e profonda. Il linguaggio del regista napoletano è criptico ma pregnante, ricco di sfumature audaci attraverso le quali mostra una natura umana imprescindibilmente peccatrice. Uomini corrotti e viziosi che fanno i conti con la propria coscienza, una coscienza che li divora internamente spingendoli inesorabilmente nel baratro della sregolatezza. La devozione verso Dio espressa in The New Pope, ma anche nel precedente The Young Pope, è priva di ovvietà. E contrariamente a quanto possa sembrare, la serie che ha come protagonista assoluto Lenny Belardo (Jude Law), salito al soglio pontificio col nome di papa Pio XIII, rivisita e ristora la fede, sviscerandola nella sua profondità e fregiandola di umanità e amore, due parole che oggigiorno si dimenticano troppo spesso. In The New Pope si assiste all'ascesa di Sir John Brannox (interpretato magnificamente da John Malkovich) voluto al governo papale dal cardinale Voiello. Quest'ultimo è un personaggio apparentemente subdolo ma in fondo buono, soprattutto equilibrato e dedito al compromesso per il bene della Chiesa. Egli vede in Brannox la figura più adatta a sostituire Pio XIII, che a causa di un malessere verte in uno stato di coma. Il nuovo papa, da cui prende il titolo la seconda stagione, quindi, assume il nome di Papa Giovanni Paolo III e si distingue per la sua saggezza e per la cosiddetta "via media", una trovata sorrentiniana a tutti gli effetti che prende spunto dal teologo John Henry Newman citato più volte da Sir John il quale lo prende a modello. I dialoghi che intercorrono tra i personaggi e, in particolar modo, tra il cardinale Voiello, Giovanni Paolo III e Lenny non sono mai banali. Toccano tematiche intimistiche e dense di significato che analizzano la natura dell'essere umano in maniera profonda e "spudoratamente" veritiera.

"Dio non gestisce le nostre vite. Dio non rimedia alla nostra debolezza. Dio non ferma la nostra mano quando si immerge nel peccato. No, Dio si limita a salvarci. Alla fine Dio ci salva. E ci salva con un bacio".
Queste parole, estrapolate dalla confessione di Sir John al cardinale Gutierrez il quale lo assolve dai suoi peccati con parole toccanti, sono un esempio di maestosa raffinatezza . Il cardinale infine aggiunge che
 “Dio non nega mai a nessuno la grazia della salvezza”.
A suggellare la splendida sceneggiatura, nonché le perfette ed eloquenti inquadrature sempre a cogliere quelle inconsuete espressioni sui visi che valgono più di mille parole, è una colonna sonora solenne, garbata e all'occorrenza pronta a conferire la verve necessaria e funzionale a tutta l'opera di Sorrentino, così com'è necessaria la figura di Pio XIII, personaggio basilare e perno della serie. Lenny infatti è come se fosse la rappresentazione del male e del bene allo stesso tempo, in cui il bene domina il male e lo asservisce alla sua volontà. Neanche lui è esente dal peccato come qualsiasi essere umano, ma è intensamente ricolmo di bontà, una bontà quasi celestiale e pronta a intercedere per i bisognosi. Dall'opera del regista napoletano emerge sostanzialmente un Vaticano al confine tra debolezza e fede, in continuo contrasto tra desideri terreni e promessa spirituale, che lotta quotidianamente per salvare le apparenze di un'immagine pura e sacra, ma in verità d'immacolato c'è solo l'illusione. La Chiesa è fatta di uomini e ogni uomo è fragile dinanzi alla grandezza della vita, in cui a volte ci si può smarrire.
Infine, è impossibile non spendere qualche parola per la stravagante e brillante coreografia che accompagna le sigle, tra musica fuorviante e balli oltraggiosamente irriverenti; come per dire che dietro l'abito c'è sempre un essere umano con i suoi istinti e pulsioni terrene. Ma ciò non significa che esso non possa essere ugualmente e immensamente buono.


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