'Spring', un film senza sostanza
Spring - Recensione
Regia
Justin Benson e Aaron Moorhead
Genere
Fantascienza, horror, sentimentale
Anno
2014
Cast
Lou Taylor Pucci (Evan); Nadia Hilker (Louise); Francesco Carnelutti (Angelo); Nick Nevern (Thomas); Jeremy Gardner (Tommy); Grazia Daddario (Vicina di Louise).
Storia
La morte della madre addolora fortemente Evan che decide di lasciare gli Stati Uniti per intraprendere un viaggio in Italia.
A Polignano a mare, in Puglia, incontra Louise, una ragazza affascinante di cui s’innamora. La giovane però nasconde un terribile segreto che riguarda i suoi studi sulla genetica. Dopo aver raggiunto l’obiettivo di aver avvicinato Evan, cercherà di allontanarlo per tenerlo fuori dall’orribile mistero.
Recensione
100 minuti di durata sembrano un’eternità. Un’epopea soporifera dalla sceneggiatura con dialoghi inconsistenti, monotoni e per niente interessanti. Il film appare come una propaganda dei beni archeologici italiani [mancava solo Alberto Angela], romanzati attraverso una storia fantascientifica, per giunta superficiale. La regia è saccente e affettata. Le panoramiche e le riprese ad effetto sono eccessive e stridono col film, cercando di camuffare la piattezza delle scene. Se qualcuno mai arrivasse all’epilogo si accorgerebbe del finale stucchevole e banale.
Regia
Justin Benson e Aaron Moorhead
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Trailer |
Genere
Fantascienza, horror, sentimentale
Anno
2014
Cast
Lou Taylor Pucci (Evan); Nadia Hilker (Louise); Francesco Carnelutti (Angelo); Nick Nevern (Thomas); Jeremy Gardner (Tommy); Grazia Daddario (Vicina di Louise).
Storia
La morte della madre addolora fortemente Evan che decide di lasciare gli Stati Uniti per intraprendere un viaggio in Italia.
A Polignano a mare, in Puglia, incontra Louise, una ragazza affascinante di cui s’innamora. La giovane però nasconde un terribile segreto che riguarda i suoi studi sulla genetica. Dopo aver raggiunto l’obiettivo di aver avvicinato Evan, cercherà di allontanarlo per tenerlo fuori dall’orribile mistero.
Recensione
100 minuti di durata sembrano un’eternità. Un’epopea soporifera dalla sceneggiatura con dialoghi inconsistenti, monotoni e per niente interessanti. Il film appare come una propaganda dei beni archeologici italiani [mancava solo Alberto Angela], romanzati attraverso una storia fantascientifica, per giunta superficiale. La regia è saccente e affettata. Le panoramiche e le riprese ad effetto sono eccessive e stridono col film, cercando di camuffare la piattezza delle scene. Se qualcuno mai arrivasse all’epilogo si accorgerebbe del finale stucchevole e banale.
Regia | 2 |
Sceneggiatura | 2 |
Fotografia | 6 |
Colonna sonora | 2 |
Voto
| 3 |
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