Un film elegante, fatto di sentimenti e conflitti psicologici

The Danish Girl
- A Copenaghen, nel 1920, Gerda è sposata con il pittore Einar Wegener. Tra i due c'è uno splendido rapporto ed entrambi amano la pittura. Gerda, che dipinge ritratti, un giorno, chiede al marito di posare per lei, visto che la modella ha dato forfait. Einar indossa le calze e le scarpe femminili, appoggiando sul corpo, senza indossarlo, l'abito. Lui vedendosi dall'alto al basso in quella maniera si piace. Dentro di sé comincia a covare il desiderio di essere una donna, Lili. Da questo momento tra Gerda ed Einar si formano delle crepe che intaccano la loro relazione coniugale.

Regia
The Danish Girl - Visione cinematografica
Trailer

Tom Hooper

Genere
Drammatico

Anno
2015

Cast
Eddie Redmayne (Einar Wegener / Lili Elbe); Alicia Vikander (Gerda Wegener); Matthias Schoenaerts (Hans Axgil); Ben Whishaw (Henrik); Amber Heard (Ulla); Sebastian Koch (dott. Warnekros); Pip Torrens (dott. Hexler); Emerald Fennell (Elsa); Adrian Schiller (Rasmussen); Richard Dixon (Fonnesbeck); Henry Pettigrew (Niels).

Recensione
The Danish Girl è la trasposizione cinematografica del romanzo La danese, scritto nel 2000 da David Ebershoff, ispirato a sua volta alle vite dei pittori Lili Elbe e Gerda Wegener. La regia si concentra sul personaggio interpretato da Eddie Redmayne che sfoggia un'ottima performance. Gli occhi da cerbiatto e gli ammiccamenti disegnati sul viso angelico fanno breccia nell'animo dello spettatore che non può fare altro che ammirare i modi eleganti, timidi, ingenui e anche sofferenti di Einar Wegener/Lili Elbe. L'espressività tuttavia è un po' troppo artificiosa. Tom Hooper riesce a infondere il giusto sentimento. Le sue riprese infatti esaltano l'aspetto drammatico della sceneggiatura e il malessere che attraversa il protagonista. Un conflitto interiore da cui non è facile uscire se non con il coraggio e la determinazione di ascoltarsi e venir fuori liberamente. Le musiche aiutano tutto ciò grazie ad una melodia che avvolge il film, rendendolo elegante e raffinato oltre che coinvolgente. Il testo scenico affronta un tema profondo che viene sviluppato con scorrevolezza e semplicità, non scostandosi mai dal problema che affligge Einar. E, forse, se ci fosse stata una maggiore articolazione della narrazione, approfondendo il contesto e il trascorso del pittore, la pellicola sarebbe stata più allettante, destando quindi maggiore interesse. La fotografia invece non si discute. Le luci e i colori si fondono a meraviglia dando sfogo a immagini affascinanti.
Di Tom Hooper consiglio i film: Il maledetto United (2009) e Il discorso del re (2010).

Regia
7,5
Sceneggiatura
7
Fotografia
8,5
Colonna sonora
7,5
Voto
7,6
  

Commenti

Post popolari in questo blog

Third Person, un film lento e piatto che si risolleva con un finale toccante

Ricordi? Il nuovo film di Valerio Mieli

Wrong Turn 6, una saga declassata