Babadook, un horror che piega la mente dello spettatore

Babadook

Regia
Jennifer Kent
visione cinematografica
Trailer


Genere
Drammatico, horror

Anno
2014

Cast
Essie Davis (Amelia Vanek); Noah Wieseman (Samuel Vanek); Tim Purcell (Babadook); Daniel Henshall (Robbie); Hayley McElhinney (Claire); Barbara West (Mrs. Gracie Roach); Benjamin Winspear (Oskar Vanek); Cathy Adamek (Prue); Craig Behenna (Warren).

Storia
Amelia vive da sola con suo figlio Samuel di sei anni. È una madre vedova che cerca di crescere nel migliore dei modi il proprio bambino. Samuel però è molto irrequieto e per questo motivo non ha amici. Inoltre è convinto che un mostro voglia fare del male a lui e sua madre. La situazione peggiora quando Amelia, per fare addormentare il piccolo, legge un libro di favole intitolato Mister Babadook. Da quel momento in poi la sua vita sarà un inferno. Tormentata da allucinazioni e da notti insonni che le sottraggono energie vitali.

Recensione
Babadook non è un horror puro ma psicologico e disturbante. Il film si contraddistingue dal genere per la sua particolarità, infatti l’originalità è il suo punto forte. La regia imprime il suo stile e lo fa con riprese ordinate e nello stesso tempo veloci. Inquadrature che danno risalto all’aspetto tensivo e frastornante. Il montaggio è una delle peculiarità di questa pellicola. È rapido e con un ritmo incalzante. La sceneggiatura invece pecca un poco nelle idee: scorrevole e con contenuti notevoli ma povera di trovate e quindi ripetitiva nella parte centrale. La fotografia vanta tonalità fredde e leggermente sul pastello che aumentano d'intensità nelle zone ombrose ricordando a tratti il cinema espressionista. Allineandosi così con l’inquietante atmosfera già corroborata da suoni striduli e penetranti.
Babadook è una grande metafora sulle paure, che non vanno subite ma affrontate e piegate alla propria volontà. Gran parte del merito della riuscita del film va attribuito ai protagonisti: la madre (Essie Davis) e il figlio (Noah Wieseman) che turbano lo spettatore con la loro interpretazione stordente e colma di espressività.
All’interno della pellicola sono presenti riferimenti cinematografici come quelli a Georges Méliès e ai I tre volti della paura del 1963 di Mario Bava.

Regia8
Sceneggiatura7
Fotografia8
Colonna sonora8,5
  Voto
7,9

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