Uno splatter che non rende giustizia al cannibal movie

The Green Inferno
- Un gruppo di ambientalisti vuole evitare che una parte dell'Amazzonia peruviana, particolarmente importante per l'ecosistema e soprattutto per la tribù autoctona, venga distrutta per sfruttare le potenzialità economiche del territorio. I ragazzi giunti sul luogo riescono a interrompere i lavori, ma nel momento di ritornare il loro aereo precipita nella fitta foresta. Qui, gli indigeni del posto li prendono come ostaggi, in attesa di banchettare con i giovani corpi e praticare riti crudeli.

Regia
The green inferno - visione cinematografica
Trailer

Eli Roth

Genere
Horror

Anno
2013

Cast
Lorenza Izzo (Justine); Ariel Levy (Alejandro); Aaron Burns (Jonah); Sky Ferreira (Kaycee); Nicolás Martínez (Daniel); Kirby Bliss Blanton (Amy); Daryl Sabara (Lars); Magda Apanowicz (Samantha); Matías López (Carlos).

Recensione
Il film di Eli Roth è un horror che punta sugli istinti animaleschi dell'uomo e sulla sua primitività, raccontando di una tribù di cannibali. Un omaggio al filone cannibal movie italiano degli anni settanta. La storia è interessante per sortire l'effetto cruento e terrorizzante che terrebbe lo spettatore suscettibile con gli occhi coperti e l'appassionato dallo stomaco forte con le palpebre spalancate. Peccato, però, che la regia non colga appieno la crudezza delle scene, sprecando gli elementi a disposizione. Sono poche infatti le immagini che ostentano violenza e ferocia, di cui solo una degna del genere. Il resto si limita invece a svelti cambi di macchina che lasciano solo fantasticare sull'orrore che potrebbe avvenire o che sta accadendo. Le riprese in questo modo snaturano la tipicità dello splatter che meriterebbe più spazio e maggiore cura. La fotografia poi contrasta fortemente con la pellicola, presentando tonalità accese che a volte sfocano. I colori vivaci non rendono come dovrebbero, intaccando sia i costumi sia il realismo degli effetti speciali e la loro efficacia. La sceneggiatura si perde in lungaggini iniziali con una parte centrale debole strutturalmente, mostrando uno sviluppo noto e banale. Inoltre si riscontrano un paio di circostanze comiche che smorzano malamente la serietà di alcuni momenti. Manca infine una colonna sonora cupa e tetra che intensifichi lo sgomento della situazione.
Tra gli horror splatter consiglio di vedere Alta tensione (2003), À l'intérieur (2007) e Martyrs (2008) di cui ne ho già parlato qui.

Regia
4
Sceneggiatura
4,5
Fotografia
5
Colonna sonora
5
Voto
4,65

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