Un uomo scampato al suo truce destino

Il padre
- In una notte del 1915, la polizia turca bussa alle porte degli armeni che vivono a Mardin, per dire loro che i maschi dai 15 anni in su si devono arruolare nell'esercito. Vengono prelevati uomini e ragazzi, mentre, il resto della famiglia è lasciato al suo destino. Tra i sequestrati c’è un fabbro, Nazaret Manoogian, che viene costretto insieme ad altri a lavorare in mezzo al deserto. Qui, finiti i lavori, alcuni soldati ordinano la loro uccisione. Fortunatamente, Nazaret riesce a salvarsi e si mette alla ricerca della moglie e delle sue due figlie, intraprendendo un viaggio straziante.

Regia
visione cinematografico - il padre
Trailer
Fatih Akin 

Genere
Drammatico

Anno
2014

Cast
Tahar Rahim (Nazaret Manoogian); Simon Abkarian (Krikor); Arsinée Khanjian (Mrs. Nakashian); Hindi Zahra (Rakel); George Georgiou (Vahan); Makram Khoury (Omar Nasreddin); Kevork Malikyan (Hagob Nakashian); Akin Gazi (Hrant); Bartu Küçükçaglayan (Mehmet); Zein Fakhoury (Arsinée); Dina Fakhoury (Lucinée).

Recensione
Fatih Akın racconta l'ecatombe che si verificò agli inizi della Prima Guerra Mondiale, quando l'efferatezza turca si scagliò contro gli armeni. A sottolineare la brutalità della situazione ci pensa una fotografia che s'intona perfettamente con i colori del paesaggio desertico e macabro, assumendone le sfumature. La prima parte del film infatti è fortemente tragica, mostrando azioni e contesti riprovevoli che caratterizzano l'ambientazione. Nella seconda invece i toni si distendono appena, dando spazio alla ricerca e al viaggio, per poi chiudere con un finale drammatico. La regia gestisce bene la narrazione, ricavando il meglio da una sceneggiatura semplice ma molto scorrevole e ben impostata. Le inquadrature sono ravvicinate e solo in alcune circostanze mettono in risalto il panorama. In questo modo, Akin conferisce eloquenza alle sue riprese, rivelando soprattutto l’affetto e la condizione tormentosa di un padre sfuggito alla morte e in cerca delle sue figlie. Una ricerca che coinvolge lo spettatore, il quale non si accorge dei 138 minuti che corrono via. Particolare è infine la colonna sonora in cui spicca una sonorità che sembra stridere, ma in realtà trasforma alcuni quadri in scene inquietanti, aumentandone la carica emotiva ed espressiva.
Di Fatih Akin consiglio di vedere La sposa turca del 2004 e Soul Kitchen del 2009.

Regia
8
Sceneggiatura
7,5
Fotografia
7,5
Colonna sonora
8
Voto
7,75

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