Un viaggio per immergersi in se stessi e ritrovare un equilibrio perduto. La foresta dei sogni

La foresta de sogni - Recensione

Trailer
Regia
Gus Van Sant

Genere
Drammatico

Anno
2015

Cast
Matthew McConaughey (Arthur Brennan); Ken Watanabe (Takumi Nakamura); Naomi Watts (Joan Brennan); Katie Aselton (Gabriella Laforte); Jordan Gavaris (Eric); James Saito (dott. Takahashi).

Storia
Dopo lo splendido L’amore che resta (2011) e il riflessivo Promised Land (2012), Gus Van Sant torna con una storia tragica che dilania l’animo del protagonista affranto dai ripensamenti e dal rimpianto.
Arthur Brennan intraprende un viaggio nella natura scontrandosi con le insidie di un luogo considerato dalla tradizione giapponese come un purgatorio. Un vero e proprio mare di alberi che formano un immenso labirinto chiamato Aokigahara e conosciuto come la foresta dei sogni. Il posto è famoso per l’enorme numero di suicidi che avvengono nell’arco di un anno. Le motivazioni che spingono Arthur a recarsi in Asia risiedono nella sua parte più intima e scaturiscono dal rapporto conflittuale che ha con la moglie.

Recensione
La foresta dei sogni è un film intenso che contagia lo spettatore con il suo sconforto, sfruttando anche l’impervietà del posto. Gus Van Sant coglie gli aspetti profondi di una relazione, dove a prevalere sono i dissapori, coniugandoli con l’avventura spirituale. E trova un modo interessante e originale per sviluppare il tema, ricorrendo alla cultura giapponese e ad uno dei suoi luoghi più suggestivi, trasformato dall’uomo in un’isola di morte. La sceneggiatura è struggente e strutturata in tal senso, pigiando i tasti sensibili dell’uomo. Dà spazio ai momenti più difficili e tormentati sia del presente che del passato, spiegando gradualmente e concisamente l’origine della crisi relazionale. La regia ricorre ai flashback, sorreggendo magnificamente la trama grazie ad un montaggio perfetto. Matthew McConaughey e Naomi Watts sono ideali per la parte. Non da meno è Ken Watanabe. Tutti e tre infatti trasmettono sensazioni forti della loro afflizione e lo fanno con un’interpretazione pregevole. La colonna sonora infine segue delicatamente le scene di questo dramma psicologico impregnato di spiritualismo.
 
Regia 9,5
Sceneggiatura9
Fotografia8
Colonna sonora8,5
Voto
8,75

 

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